La nascita della medicina tradizionale cinese è praticamente impossibile da determinare a causa dei ritrovamenti storici che ogni tanto vengono fatti in questo campo e che spesso obbligano gli studiosi e gli storici a spostare continuamente le date di riferimento.
Sulle origini filosofiche e concettuali di questa meravigliosa arte invece, le cose sono molto più chiare; infatti sono tutti d’accordo sull’affermare che gran parte della medicina tradizionale cinese derivi dalle conoscenze provenienti dall’antica filosofia Taoista. Grazie ai continui tentativi ed esperimenti eseguiti nell’intento di ricercare l’immortalità, i Taoisti scoprirono invece l’esistenza del Qi e dei suoi effetti sull’organismo umano, prendendo coscienza anche dell’esistenza dei meridiani energetici, chiamati JingLuo.
Il termine JingLuo significa infatti “Canale che scorre longitudinalmente e che si collega con altri”, dove il termine Jing significa appunto “corso d’acqua” o “canale di scorrimento” e Luo invece si può tradurre con il termine di “rete di collegamento” oppure “unione”.
Si racconta che grazie alla pratica del QiGong, della meditazione e delle tecniche alchemiche, i vecchi Maestri Taoisti scoprirono l’esistenza di “piccole formiche tiepide” che correvano sotto la pelle, le quali percorrevano sempre gli stessi tragitti.
Colpiti da questo strano evento, i vecchi saggi tentarono di comprendere quali fossero queste “strade interne”.
Si ipotizzò che non tutte queste “formiche” fossero di natura buona e che ve ne fossero alcune dominate da demoni cattivi, portatori di malattie.
All’inizio della pratica medica il tentativo, dunque, era quello di riuscire a scacciare (o meglio ad uccidere) il demone cattivo portatore di male con qualsiasi mezzo possibile.
Più tardi si scoprì che le “strade interne” erano tutte collegate tra loro, e di lì a poco tempo furono tentate le prime forme di mappatura.
Si è quasi certi che per prima cosa furono individuati i canali energetici e solo in seguito, furono scoperti i relativi punti terapeutici.
A conferma di questa ipotesi, vi è un ritrovamento fatto durante gli scavi di una tomba della dinastia Han, nei pressi di Mawangdui, nella provincia dello Hunan, dove sono stati rinvenuti degli antichi rotoli di seta, risalenti al terzo secolo avanti Cristo, nei quali viene descritto il percorso di undici canali energetici, senza però nessun riferimento ai punti di agopuntura.
Un contributo al perfezionamento della medicina tradizionale cinese, proviene anche dalle antiche tecniche di massaggio (Tuina – Anmo) le quali permisero nel tempo, l’individuazione di alcuni punti del corpo, i quali se premuti, rispondevano positivamente nei confronti di alcuni disturbi: si pensa infatti che una parte dei punti di agopuntura siano stati studiati proprio attraverso questo sistema.
In seguito queste conoscenze energetiche si combinarono insieme a quelle anatomo–fisiologiche, scoperte successivamente attraverso il crudele metodo della tortura.
A quel tempo era convinzione comune in Cina che studiare i morti per aiutare i vivi non servisse più di tanto, per cui fu escogitato il metodo di scoprire come è fatto l’interno di un essere umano, direttamente su un essere in vita.
I cinesi pensarono dunque di utilizzare i condannati a morte per questo tipo di esperimenti, a tal proposito furono decisi i criteri con i quali il condannato doveva essere “trattato” e quali fossero le cose prioritarie da ricercare.
Questo tipo di supplizio inferto ai condannati, divenne ben presto un’arte da trasmettere da padre in figlio, dove la bravura del boia consisteva nel riuscire a tenere in vita più tempo possibile il povero sfortunato.
Queste pratiche crudeli non erano condivise dai Taoisti, i quali invece erano dediti alla ricerca della salute attraverso metodi completamente differenti.
Il QiGong era utilizzato dai Taoisti per qualsiasi pratica quotidiana, tanto da divenire parte integrante della giornata: vi erano infatti esercizi per iniziare la giornata positivamente e con grande energia, altri per irrobustire il corpo, altri ancora per armonizzarsi con la natura, alcuni erano specifici per l’assorbimento del cibo, altri ancora servivano per “viaggiare” nel paese interiore, e quindi erano connessi con la meditazione.
Quali siano veramente le origini della Medicina Tradizionale Cinese resterà sicuramente un mistero, ma possiamo dire che quanto affermato sopra può essere una delle ipotesi più accreditate.
Quando si parla di medicina energetica ci si riferisce logicamente al concetto di “energia”, per i cinesi Qi, riferendosi non solo all’energia vitale ma anche all’energia cosmica che ci circonda.
Quando ci si riferisce al Qi, si intende l’insieme di tutte le manifestazioni cosmiche dense, materiali, fluide ed impalpabili che fanno parte della nostra vita quotidiana.
Il Qi è il motivo dell’intera esistenza sul nostro pianeta: ogni cosa su questa terra è composta da diversi stati di condensazione del Qi, perfino l’universo non è altro che un’aggregazione di Qi sotto varie densità.
Gli astri ed i pianeti infatti sono delle condensazioni del Qi gassoso, così come le nubi lo sono del Qi dell’acqua.
Le infinite condensazioni di Qi sono regolate dall’alternanza dello Yin e dello Yang, ed esse regolano qualsiasi manifestazione vitale e perfino la morte.
Nel LieTzu si legge,
«Quando il Qi si condensa si nasce, quando il Qi si disperde si muore.
Vita e morte si susseguono come giorno e notte, perchè dovrei temere il domani?»
Ogni evento è dunque il frutto di questo continuo ed incessante movimento: le evoluzioni del Sole e della Luna, il ritmo delle stagioni, il ciclo della nostra vita, la maturazione dei frutti, i flussi delle maree, tutto dipende da questa legge universale.
Fig. 1: L’ideogramma “Qi”
La prima parte, quella superiore (vedi Fig. 1), significa “vapore”, fenomeno che nei tempi antichi veniva osservato con grande meraviglia: esso era il prodotto del calore e del fuoco, quindi significava forza e potenza.
La seconda parte di questo carattere, quella in basso, rappresenta la spiga del riso o Mi, simbolo anch’esso molto importante nella cultura cinese, in quanto rappresentava la forma primaria di sostentamento.
L’associazione dei due caratteri insieme, che nel tempo hanno subito varie trasformazioni, ci porta immediatamente a pensare che essa sia stata fatta di proposito per rafforzare il concetto del termine “Nutrimento”, intendendo sia un nutrimento fisico (rappresentato dal riso), sia un nutrimento aereo (rappresentato dalla respirazione).
Per i cinesi, dunque, questo ideogramma definiva il nutrimento vitale, il meccanismo per cui tutto si muove e si trasforma, la regola delle regole, insomma la base della vita.
Analogamente simile al comportamento dell’acqua, il Qi si condensa, fluisce o evapora, dando origine a tutte le cose del mondo e, passando da uno stato di condensazione all’altro, scandisce il ritmo della vita.
Per semplicità e per facilitare la comprensione del concetto energetico universale, possiamo identificare tre diversi stati di condensazione di Qi.
Lo stato di addensamento energetico più solido è chiamato Jing: esso è paragonabile all’acqua ghiacciata dove l’energia è molto concentrata e molto compatta, il suo compito principale è quello di formare la materia più solida, quella cioè che riusciamo meglio a vedere e toccare.
La forma che deriva da questa coesione di energia diviene talmente pesante che si dirige verso il basso, verso la terra, la quale rappresenta la sua stessa natura Yin.
Il secondo stato di condensazione energetica è rappresentato invece dalla situazione opposta alla prima, cioè quella del vapore acqueo, uno stadio in cui il Qi è molto disciolto e libero, esso possiede pochissima massa e molta energia in movimento, questo stato di condensazione energetica è chiamato Shen.
Lo Shen possiede la caratteristica di essere leggero e di salire verso il cielo, per questo motivo esso può essere associato allo Yang del Cielo.
La terza e ultima fase di condensazione energetica è quella che potremmo paragonare all’acqua nel suo stato liquido, dove la quantità di rapporto tra lo Yin e lo Yang è molto bilanciata.
Come in tutte le cose del creato, anche nell’uomo sono riconoscibili queste tre forme di espressione energetica che sono alla base della salute e della vita.
Secondo il concetto di medicina interna Taoista, nell’uomo esistono tre forze vitali primarie chiamate anche Sanbao ovvero “I tre Tesori” o “tre Gioielli”: il primo gioiello è il Jing, rappresentante “La radice della vita”, la sua forza è quella che determinerà la vitalità dell’individuo, la sua resistenza alle malattie e la maturazione sessuale, tutto ciò che ne determina la caratteristiche di base.
Questa energia originale viene custodita nel basso ventre e in particolar modo nei reni e negli organi genitali.
Il secondo è il Qi, rappresentato dalla forza del respiro, la sua area di rappresentanza è quella del torace, dove l’energia giunge attraverso due importantissime funzioni dell’organismo, quella del polmone e quella della milza–stomaco.
Infine il terzo gioiello è lo Shen, che risiede nel cuore e si riferisce alla personalità individuale della persona, alla sua parte mentale, a quella psichica e perfino a quella spirituale.
Queste tre forme di energia, che possono apparire separate tra di loro, in realtà sono una cosa sola, in continuo mutamento, scambiandosi tra loro al fine di scandire il ritmo della vita.
Ed è proprio sulla possibilità di manipolare, purificare e reintegrare l’energia di un essere umano che si basano tutte le tecniche Alchemiche Taoiste.
Più di 5000 anni fa gli antichi maestri Taoisti affermavano che tutto l’universo era composto di energia, la quale, condensandosi a livelli diversi, originava tutte le cose del mondo, per cui era necessario imparare ad interagire con queste leggi di “condensazione o di sublimazione” per poter raggiungere l’immortalità.
Un vecchio detto Taoista recita:
«Ciò che non si vede non significa necessariamente che non esista, anche l’aria per esempio, non si può vedere, ma non per questo bisogna smettere di respirare»
I Taoisti avevano dunque intuito che tutto il mondo manifesto era in realtà solamente una coesione più o meno densa di energia, compresero che ogni cosa esistente al mondo era composta di energia e che la sua diversità eterna era dovuta solamente ad un fatto di condensazione maggiore o minore.