Dietetica

Dietetica cinese

In medicina tradizionale cinese la dietetica è una parte inscindibile della pratica terapeutica. Anche se la nostra cultura occidentale non considera il cibo come medicina ma come piacere, tutti concordano sul concedere all’alimentazione un ruolo di prim’ordine nel complicato tentativo di mantenere il nostro corpo in salute.

Già mille anni prima di Cristo, in Cina esistevano medici che utilizzavano la dietologia come metodo preventivo.
Secondo la medicina tradizionale cinese, il cibo possiede due scopi ben distinti: il primo è quello legato al nutrimento ponderale del corpo, relativo alle sostanze utili al mantenimento della propria forma fisica.
Il secondo scopo invece è quello di fornire il Qi all’organismo, per permettere il corretto svolgimento delle sue funzioni.

Se da una parte la corretta alimentazione rappresenta una medicina preventiva, dall’altra parte un’alimentazione scorretta può essere la causa di svariati disturbi, che insediandosi lentamente dentro di noi determinano nel tempo l’insorgere della malattia.
In Cina si usa questa frase:

«La malattia penetra all’interno del corpo attraverso la bocca»

Secondo la medicina tradizionale cinese, il cibo è veicolatore di una serie di energie miscelate tra loro, che una volta entrate nell’organismo si sciolgono per andare a colpire i loro organi destinatari. Nella valutazione dei vari cibi si dovrà, quindi, tenere conto della qualità e della quantità di ognuna delle singole energie e del tropismo che esse possiedono nei confronti dei vari organi.

Ogni alimento preso nella sua forma originale possiede delle caratteristiche uniche che derivano dall’ambiente da cui provengono, dal colore, dal sapore e dalla forma che possiede o dalla stagione in cui viene raccolto.
L’attenta valutazione di queste singole caratteristiche è alla base di ogni ricetta terapeutica cinese, dove le specifiche funzioni energetiche dell’alimento vengono utilizzate per risolvere le cause della malattia.

I sapori

Se parliamo di sapore del cibo ci riferiamo principalmente al gusto che produce nella nostra bocca al momento che lo consumiamo. In medicina tradizionale cinese, invece, il sapore o meglio i sapori assumono un significato molto più importante, poiché rappresenta l’insieme di informazioni contenute in un determinato alimento, denominato Jing o quintessenza dell’alimento.
Il Jing dell’alimento è paragonabile al Jing dell’essere umano ed è in grado di determinare la qualità dell’alimento stesso; inoltre è anche quella forza cosmica insita nell’alimento, che possiede il compito di farlo sviluppare e crescere e quindi è maggiore al momento della nascita.
Ecco per quale motivo il Jing di un alimento è maggiormente presente nei semi, nei germogli appena raccolti, nelle gemme o nel pesce appena pescato, nelle uova appena prodotte.

Un’altra caratteristica dell’alimentazione tenuta in grande considerazione dai medici tradizionalisti è connessa con lo Zong degli alimenti, cioè il ricordo del cibo.
Infatti in medicina tradizionale cinese si dice che nel periodo dopo lo svezzamento, il bambino venga nutrito con una particolare alimentazione legata all’ambiente in cui vive e alle abitudini familiari. Per cui l’organismo in crescita si abituerà a quei determinati alimenti, sviluppando verso di essi una particolare predilezione e perfino un attaccamento emotivo.
Una volta che il bambino diventa adulto, il ricordo di quel tipo di alimentazione rimarrà impresso nella sua memoria cellulare, sotto forma di Zong, e sarà riconosciuto dall’organismo in ogni momento della propria vita.
Se l’individuo, una volta divenuto adulto dovesse per caso cambiare luogo e andare a vivere in un paese diverso da quello di origine, sarà opportuno che egli modifichi di conseguenza anche la sua dieta, adattandola al paese che lo ospita, in quanto nutrirsi con i cibi locali consumati nel loro periodo di raccolta stagionale, diviene l’unico strumento valido affinché l’organismo non subisca sbalzi tra l’energia dell’ambiente e quella dell’alimentazione.

Secondo l’energetica cinese i sapori si dividono in cinque tipologie, ognuna con una specifica funzione energetica ed un rispettivo organo destinatario che ne riceve sia gli effetti positivi, sia quelli negativi.

I cinque sapori sono:

  • Il salato o Xian è associato al Rene
  • Il piccante o Xin è associato al Polmone
  • Il dolce o Gan è associato alla Milza
  • L’amaro o Ku è associato al Cuore
  • L’acido/aspro o Suan è associato al Fegato

Accenniamo brevemente ora ad alcune caratteristiche e proprietà dei singoli sapori (troverete maggiori informazioni sul libro “La Medicina Energetica”).

Il salato aiuta a sciogliere le masse indurite e gli accumuli interni, per cui è consigliato nei casi di coaguli, noduli e trombi. Il salato disperde il sangue, pertanto dovrà essere usato con cautela in tutti i casi di problemi circolatori e al cuore.

Il piccante attiva l’energia Yang, aiuta a curare le malattie da raffreddamento e le sindromi influenzali, causate dall’attacco dei fattori patogeni esterni.
Il Qi viene dunque spinto verso l’esterno del corpo aumentando la funzione difensiva.

Il dolce possiede un’azione nutritiva e ricostituente; particolarmente indicato per persone deboli o convalescenti; è utilizzato per la sua ottima azione tonificante, ma un eccesso di questo sapore può bloccare l’appetito e dare un senso di pienezza allo stomaco. L’energia di questo sapore riesce spesso a ridurre anche i dolori o gli spasmi della muscolatura liscia, per cui è considerato anche un antiviscerale.
Il dolce inoltre nutre lo Yin e lo Yang, il sangue e il Qi, per questo motivo è contenuto in quasi tutte le formule.

L’amaro, al contrario del dolce, stimola l’appetito, per cui in Cina viene largamente utilizzato nei casi di inappetenza.
L’amaro possiede una spiccata azione antifebbrile, un’ottima azione lassativa ed in più asciuga l’umidità, per questo viene utilizzato spesso per trattare gli edemi.

L’acido/aspro possiede un’azione astringente, svolgendo un’azione di trattenimento dei liquidi, per cui questo sapore è utilizzato nei casi di diarrea e sudorazione eccessiva, nonchè in tutti quei casi dove si vuole accelerare la circolazione del sangue, in quanto ne scioglie la stasi.

Possiamo quindi riassumere affermando che:

  • Il salato ammorbidisce
  • Il piccante diffonde i liquidi e umidifica
  • Il dolce rilassa
  • L’amaro indurisce, consolida e fa scendere
  • L’acido raccoglie, condensa e contrae

Ognuno di questi cinque sapori, se assunto in dosi moderate, stimola la funzione dell’organo associato, se assunto in dosi eccessive svolgerà un’azione disperdente nei confronti dello stesso.
Le funzioni dell’organo però non vengono disturbate solamente dall’eccessivo utilizzo del proprio sapore, ma anche da alcuni sapori legati ad altri organi.

Per esempio:

  • La funzione renale viene dispersa da un eccessivo utilizzo di sale (alcuni pesci come l’aringa e tutti i cibi conservati sotto sale), e così vale anche per il sapore dolce.
  • La funzione del polmone viene dispersa da un eccesso di sapore piccante (il porro, lo zenzero, il peperoncino, la senape e quello degli alcolici), ma anche dall’amaro e da un eccesso di sapore acido.
  • La funzione della milza viene dispersa da un eccesso di sapore dolce (l’uso smodato di zucchero, l’igname, la patata dolce, il bulbo del loto, il cocomero), ma anche dal salato e dall’amaro.
  • La funzione del cuore viene dispersa da un uso eccessivo del sapore amaro (lo zucchino nero, la soia fermentata, la bile o il caffè), ma anche dal salato eccessivo e da un eccesso di sapore piccante.
  • La funzione del fegato viene dispersa da un eccessivo utilizzo di sapore acido/aspro (quello della giuggiola selvatica, dell’albicocca, del pomodoro e dei sottaceti), ma anche dall’utilizzo di un eccesso di sapore piccante.

Quando si cerca di utilizzare l’alimentazione per risolvere una determinata patologia occorre distinguere tra malattie gravi oppure nel loro stadio acuto o malattie di ordine cronico: nel primo caso si deve optare per l’utilizzo combinato dei farmaci con la dieta, in quanto gli effetti della sola alimentazione sono lenti e quindi non idonei ad un caso di acuto. Mentre nel secondo caso si può ricorrere ad una terapia solo di tipo alimentare, perché durante una fase cronica il periodo della malattia è spesso molto lungo e quindi diviene sconsigliato fare uso di medicine per tutto questo tempo.

L’utilizzo di medicinali anche se di origine naturale, per lunghi periodi aggredisce l’energia vitale del soggetto, destabilizzandola ed indebolendola, rendendo così più difficoltosa la guarigione dell’organismo, il quale è costretto a lottare anche con questi prodotti.

La natura degli alimenti

In medicina tradizionale cinese gli alimenti vengono classificati anche in base al loro carattere Yin o Yang, alla forma, alla direzione e ai meridiani destinatari.
Per natura di un alimento si intende quel potenziale energetico contenuto al suo interno in grado di agire sul Qi di un individuo modificandone la qualità.
Come nel caso dei sapori, anche le nature degli alimenti sono suddivise in cinque categorie di cui ne rappresenta l’equilibrio:

  • Natura fredda o Han
  • Natura fresca o Liang
  • Natura neutra o Ping
  • Natura tiepida o Wen
  • Natura calda o Re

Nell’utilizzo della dietoterapia dobbiamo ricordare che quando ci troviamo in presenza di una situazione o di una malattia Yang, si dovranno utilizzare cibi Yin, mentre quando la malattia sarà di origine Yin, dovremo prediligere cibi di natura Yang.
Gli alimenti di natura fredda o fresca tendono ad andare verso il basso e verso l’interno, in quanto il loro Qi è di natura Yin.
I cibi di natura tiepida o calda tenderanno a salire verso l’alto e verso l’esterno del corpo, in quanto appartenenti allo Yang.
Gli alimenti di natura calda e tiepida (per esempio il pepe o il peperoncino), quindi Yang, crescono nei paesi caldi, al sole e rappresentano l’estate, tonificano e favoriscono la circolazione del sangue e del Qi, placano lo Shen alterato, rinforzano lo Yang del corpo e il fuoco del Mingmen.

Gli alimenti freddi o freschi (per esempio le alghe, le ostriche, i cachi, i funghi o i fagiolini), quindi Yin, crescono all’ombra, nei paesi freddi, vicino all’acqua e rappresentano l’inverno, allontanano il calore ed il fuoco interno, riducendo anche la febbre, rinforzano lo Yin del corpo e rinfrescano il sangue, disintossicando l’organismo dalle tossine.

In alcuni casi il colore di un alimento può aiutarci nell’identificazione energetica, per esempio il giallo girasole oppure il rosso peperone, simboleggiano i colori del sole e del fuoco per cui sono da considerarsi di natura calda, mentre invece il bianco formaggio o la verde cicoria, simboleggiano rispettivamente la luna e la terra, per cui possiedono una natura fredda.

Quanto detto sopra non è da considerarsi una regola generale, poiché non dobbiamo dimenticare che l’energia di un alimento è data dalla somma di svariate espressioni del suo Qi e non da una soltanto. Per cui il fatto che un cibo possa essere di colore rosso, non significa necessariamente che possieda una natura calda.
Il pomodoro, per esempio, malgrado il suo colore rosso possiede una natura fresca-fredda, così come anche il rosso ribes possiede una natura neutra; oppure il bianco porro o il verde prezzemolo, che malgrado il loro colore possiedono una natura tiepida.
Le tipologie Yin o Yang di un alimento dipendono essenzialmente dal luogo di provenienza: i tuberi sono alimenti Yin perché nascono sotto terra, anche le radici sono Yin ma meno dei tuberi, perché stazionano più in superficie. Gli alimenti che crescono sugli steli staccati da terra, come i cereali, l’uva, la soia, il riso, i piselli ecc., possiedono una natura neutra.

In medicina tradizionale cinese gli alimenti sono suddivisi anche in base alla loro caratteristica di indirizzare il Qi in una o più direzioni, per questo la dietetica cinese è particolarmente utile nel risolvere problematiche energetiche direzionali.
Le caratteristiche direzionali sono suddivise in quattro tipologie di movimento:

  • Sheng, ovvero far salire verso l’alto e trattenere tutto ciò che tende a scendere verso il basso, come ad esempio i prolassi, le emorroidi e la diarrea.
  • Jiang, ovvero far scendere verso il basso e spingere tutto ciò che tende a risalire verso l’alto, come ad esempio nausee, vomito, singhiozzo, stitichezza ed eruttazioni.
  • Fu, cioè dirigersi verso l’esterno del corpo, quindi verso la superficie.
  • Chen, cioè dirigersi verso l’interno del corpo, quindi verso il centro.

Se una persona soffre di problematiche di risalita si consiglieranno alimenti Jiang, come il pompelmo, l’orzo e le seppie. Se soffre di problematiche legate al basso useremo degli alimenti Sheng, come il pollo, i datteri, il latte di pecora o i gamberetti.

Dobbiamo inoltre tener presente che esistono alcuni alimenti in grado di fornire il proprio Qi ad un meridiano o ad una funzione energetica ben precisa, potenziandone in questo modo la risposta.
È il caso per esempio dei litchi o dei porri, i quali svolgono un tropismo particolare nei confronti del fegato, oppure la carne di anitra che sembra avere un grande effetto nei confronti delle patologie del polmone.
È dunque chiaro che in presenza di patologie legate ad un organo specifico, oltre agli alimenti selezionati in base alla diagnosi energetica, non dovrà mai mancare uno dei cibi sopra elencati.

La preparazione dei cibi

La preparazione del cibo, il modo in cui viene conservato e il metodo con il quale viene cucinato, rappresentano dei passaggi importantissimi nell’alimentazione cinese.
Ogni manipolazione su di un determinato alimento tende a modificarne la struttura energetica, aumentando o diminuendo al sua carica Jing o trasformando la sua natura. Anche l’unione di più ingredienti insieme può o aumentare l’effetto terapeutico finale oppure rendere l’alimento dannoso per l’organismo.
È il caso delle incompatibilità degli alimenti che, se presi da soli svolgono un’azione salutare per il nostro organismo, ma se combinati insieme nella stessa pietanza possono innescare delle reazioni di incompatibilità, dando origine a svariati disturbi.

Anche gli strumenti utilizzati per cucinare, pentole, casseruole, mestoli e perfino il bancone di lavoro, rivestono un ruolo da non sottovalutare nella preparazione del cibo.
Un piano di lavoro in metallo oppure in marmo, possiede caratteristiche Yin, quindi fredde, per cui se viene utilizzato per impastare degli alimenti di natura fresca o fredda come ad esempio la farina di grano saraceno, il piano di lavoro aiuterà l’alimento a conservare inalterata la propria natura.
Se al contrario lo stesso impasto verrà fatto su un piano di lavoro in legno oppure in terracotta, che possiedono caratteristiche tipicamente Yang e quindi calde, l’alimento di natura fredda perderà una piccola parte del suo Jing, nell’invano tentativo di raffreddare il piano di lavoro.

Anche la conservazione dell’alimento, prima di essere consumato, richiede una particolare cura ed attenzione. Gli alimenti dovrebbero essere consumati nel loro periodo stagionale di raccolta e non mangiati in periodi diametralmente opposti, cosa che i nostri nonni erano abituati a fare. Oggi purtroppo abbiamo perso questa abitudine, per cui mangiamo qualsiasi cosa in qualsiasi periodo dell’anno.

La cottura dei cibi

La medicina energetica e quella cinese pongono particolare attenzione alla cottura degli alimenti, cercando di mantenere inalterato il Qi del cibo, oppure manipolandolo a proprio piacere al fine di aumentarne la risposta terapeutica.
Esistono svariati metodi di cottura, alcuni dei quali sono considerati riscaldanti, altri ancora rinfrescanti ed infine esistono le cotture neutre, cioè quelle dove il cibo non subisce nessun danno a livello energetico.

In generale possiamo affermare che i cibi cotti direttamente a contatto con il fuoco possiedono caratteristiche Yang, mentre invece quelli cotti utilizzando molta acqua possiedono caratteristiche Yin.
La migliore cottura è quella al vapore perché essendo molto bilanciata tra acqua e fuoco, non modifica la natura dei cibi.
Oltre alla cottura a vapore sono da considerarsi neutre anche la bollitura, la cottura con la pentola a pressione e la frittura veloce a basso contenuto di olio.

Secondo la medicina energetica, prima di scegliere cosa mangiare, dobbiamo decidere i risultati che vogliamo ottenere da quel piatto e solamente dopo potremo scegliere il tipo di cottura adeguato.
Se per esempio desideriamo ottenere un effetto rinfrescante, sarà sufficiente mangiare le sostanze a crudo, oppure cuocerle a vapore o bollirle con molta acqua.

Potremmo dire che tutte le cotture che utilizzano il fuoco e molta acqua, tendono a rinfrescare riducendo il calore degli alimenti, come ad esempio, la cottura a vapore, a bagnomaria, la bollitura e quella a pressione.
Al contrario, le cotture che utilizzano solamente il fuoco, come la frittura, l’arrostitura, l’affumicatura e la tostatura, tendono a riscaldare la natura degli alimenti.